Appurato il fatto che un gruppo o perfino un singolo elemento possa essere responsabile della regolazione di più processi metabolici indispensabili per la vita, la domanda che ci si potrebbe porre è: perchè è necessario assumere oligoelementi se la loro azione catalitica è generata da quantità estremamente piccole e riutilizzabili, normalmente assunte tramite l'alimentazione quotidiana?
Il problema, più che di natura quantitativa, è di natura qualitativa.
Un elemento può essere presente in dosi molto alte nel sangue perchè non utilizzato dall’organismo o in dosi troppo basse se presente ad alta concentrazione nei tessuti ma eccessivamente diluito nel sangue. Per questo non è detto che la carenza o l'eccesso di un elemento siano strettamente correlati alla sua efficacia nello svolgere la sua azione di catalizzatore. Anche se l’elemento fosse disponibile in quantità sufficienti, è indispensabile che la forma e la dose siano corrette affinchè vengano adeguatamente assorbite ed utilizzate dall’organismo. Un catalizzatore può, infatti, essere inattivato da altre sostanze (es. l'inquinamento ambientale può far sì che un elemento sia contaminato e per questo inutilizzabile dall’organismo) o dalla sua trasformazione fisico-chimica, così come un enzima può essere inibito da sostanze che bloccano l’attività della zona dove è presente. Per riattivare un enzima occorrono poche unità atomiche (da 1 a 10). Le quantità attive di oligoelementi sono, quindi, dell’ordine di un milionesimo di grammo.